domenica 6 novembre 2011

La torre di Babele e gli Imperi senza Dio

Secondo il racconto biblico, dopo la fine del Diluvio universale, i tre figli di Noè, Cam, Sem e Iafet ebbero numerosi discendenti. Nonostante il castigo appena inflitto all'umanità, si compie un nuovo peccato di orgoglio: si decide di costruire una città potente, che riunisca sotto la propria egemonia numerose popolazioni, e di erigere in questa città una torre, così alta da toccare il Cielo e sfidare Dio: la torre di Babele.


La Bibbia non ci fornisce con precisione i contorni storici di questo episodio. Ci dice che la torre fu edificata nella valle di Senaar, nella bassa Mesopotamia; non sappiamo però quando fu costruita, né, con precisione, da chi: forse tutti i discendenti di Noè, o solo alcuni tra essi? Non possiamo dirlo.

Se il fatto storico è indeterminato, chiarissimo e determinato è invece il messaggio religioso che Dio, per mezzo dell'autore sacro, vuole trasmetterci: le città e gli Stati che pretendono di fare a meno di Dio non hanno futuro, senza Dio non può esserci armonia e pace tra le genti; gli Imperi che pretendono di innalzarsi fino al Cielo sono destinati a dividersi e scomparire. Questo valeva al tempo in cui fu scritta la Genesi, ma anche ai nostri giorni: nel Novecento abbiamo visto Hitler, Stalin e molti tiranni che hanno voluto edificare delle nuove babeli, e sappiamo bene che fine abbiano fatto sia il Terzo Reich che l'Unione Sovietica. La Vergine Maria canta nel Magnificat che Dio "ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuoreha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili" (Vangelo secondo Luca 1, 51-52).


L'uomo sfida Dio, in una incisione di Gustave Dorè
Notiamo inoltre una nota ironica che lo scrittore sacro ha inserito nel racconto biblico: abbiamo ascoltato che "il Signore scese a vedere la città e la torre che i figli degli uomini avevano costruito". La torre di Babele, costruzione grandiosa agli occhi degli uomini, agli occhi di Dio è così meschina che per vederla deve scendere dal Cielo. Ovviamente questa espressione non va presa alla lettera, ma appunto come una descrizione ironica nei confronti della superbia umana.


L'arroganza degli uomini crea incomprensioni e discordie; si rompe l'unità politica, religiosa, culturale ed economica dell'umanità: tutte queste divisioni sono riassunte e simboleggiate nella rottura dell'unità linguistica. Gli uomini non si intendono più l'uno con l'altro, e si disperdono su tutta la terra. 


La Storia della salvezza, però, era solo ai suoi inizi: all'interno di questa umanità confusa e divisa, Dio avrebbe presto scelto un uomo cui avrebbe affidato l'alto compito di essere il padre di tutti i credenti, il capostipite del popolo di Dio: il patriarca Abramo. Ma questa è un'altra storia, che racconteremo domenica prossima.