domenica 31 luglio 2011

Pascal: "Ecco cos'è la fede: Dio sensibile al cuore, e non alla ragione"

Ci occupiamo oggi di Blaise Pascal, scienziato e filosofo francese (1623 - 1662).

A sedici anni compose un trattato di geometria, a diciotto inventò una macchina calcolatrice; in seguito compì numerosi studi sul vuoto, sulla meccanica dei fluidi e sul calcolo delle probabilità. A trentun anni entrò nella comunità monastica di Port-Royal. Qui lavorò, tra l'altro, a un'opera filosofica, l'Apologia del cristianesimo, che rimase incompiuta per la sua morte prematura. I suoi appunti, tuttavia, furono raccolti e ordinati dai suoi amici e pubblicati con il titolo di Pensieri.

La sua filosofia parte dall'analisi della condizione umana:
"Vedo quegli spaventosi spazi dell'universo [...] senza sapere perché questo po' di tempo che mi è dato da vivere mi sia assegnato in questo momento piuttosto che in un altro di tutta l'eternità che mi ha preceduto e di tutta quella che mi seguirà".
L'unica cosa certa è che ogni uomo desidera la felicità, ma nessuno è in grado di raggiungerla; così tutti si lamentano: prìncipi e sudditi, vecchi e giovani, dotti e ignoranti; di tutti i paesi, di tutti i tempi, di tutte le età e di tutte le condizioni.

Non potendo sottrarsi al dolore e alla miseria, gli uomini tentano di fuggire fuori di sé, di distrarsi in mille attività, nella ricerca di piaceri finiti che tuttavia non riescono mai a saziare il nostro desiderio di felicità infinita.

Questo, secondo Pascal,  è dovuto al peccato originale: l'uomo, creato perfettamente libero e felice, ha in seguito perso la propria condizione originaria per propria colpa, trovandosi nella stessa condizione di un re che, esiliato, rimpiange il suo regno. L'uomo, creato per Dio, non può dunque trovare la propria felicità senza la fede.

Per Pascal, dunque, la ragione mostra all'uomo la necessità della fede cristiana, la sola capace di spiegare l'infelicità umana e di porvi rimedio. La fede, tuttavia, non scaturisce dalla ragione, ma da Dio:
"Il cuore e non la ragione sente Dio. Ecco cos'è la fede: Dio sensibile al cuore, e non alla ragione".




domenica 24 luglio 2011

Ampère: "Io sono grande solo quando prego"

Il beato Federico Ozanam, futuro fondatore della Società di San Vincenzo De Paoli, da giovane attraversò una brutta crisi religiosa.

Una sera entrò, come d'istinto, in una chiesetta gotica di Parigi. Pensava di essere solo ma, nella penombra, intravide la figura di un vecchio che stava pregando, in silenzio, davanti all'altare: era il grande fisico Ampère. Federico non credeva ai suoi occhi. Aspettò che Ampère uscisse dalla chiesa, poi lo seguì per la strada. Quando  lo raggiunse, gli chiese: "Mi dica, professore: è possibile essere così grande e pregare ancora?". Ampère gli rispose: "Figlio, io sono grande solo quando prego".

André-Marie Ampère (1775 - 1836), scienziato francese, effettuò ricerche in fisica, chimica, matematica e scienze naturali, compiendo fondamentali scoperte di elettrodinamica ed elettromagnetismo. Da lui ha preso il nome l'ampère, l'unità di misura dell'intensità elettrica. Spesso le enciclopedie dimenticano di ricordare che era anche terziario francescano.

Qual era lo spirito con cui si disponeva allo studio e alla ricerca scientifica? Ce lo dice lui stesso in questo aforisma: "Se leggi, leggi con un occhio solo, e l'altro rivolgilo a Dio. Se scrivi, scrivi con una mano sola, e l'altra tendila a Dio".




domenica 17 luglio 2011

Niccolò Tommaseo e la lampada della Fede

 "La piccola mia lampa
non come sol risplende,
né come incendio fuma;
non stride e non consuma,
ma con la cima tende
al ciel che me la diè.
 Starà su me, sepolto,
viva; né pioggia o vento,
né in lei le età potranno;
e quei che passeranno
erranti, a lume spento,
lo accenderan da me".
Così, nella seconda metà dell'Ottocento, scriveva Niccolò Tommaseo, proponendo con la piccola lampada il simbolo della Fede, modesta ma salda, che non potrà mai essere spenta.

Tommaseo, fervente patriota di idee repubblicane, illustre filologo, studioso di Dante, poeta e romanziere sottile, autore del fondamentale Dizionario della lingua italiana, fu anche un sincero cattolico, come è possibile vedere anche nella poesia che abbiamo appena letto.

Oggi, nella nostra società senza anima, può stupire una così esplicita testimonianza di Fede, ma in passato non era così. Anche se spesso viene dimenticato - più o meno involontariamente - i cattolici si sono sempre distinti nel campo dell'arte, della cultura, della poesia, della scienza, della filosofia e del valore civile.

Per questo vi vogliamo proporre, ogni domenica per tutta l'estate, una galleria di alcune di queste grandi figure che hanno saputo essere, nei campi e nelle forme più inusuali e inaspettate, delle autentiche Sentinelle del Mattino.