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domenica 2 ottobre 2011

La Storia della nostra salvezza

Mosè apre la acque del Mar Rosso
Sentinelle del Mattino vi presenta un nuovo, grandioso progetto: raccontare tutta la Storia della nostra salvezza, dalla creazione del mondo ai nostri giorni, percorrendo tutta la Bibbia dalla Genesi all'Apocalisse, la Storia della Chiesa, i Padri e i Dottori della Chiesa, le vite dei maggiori Santi, le apparizioni mariane, i testimoni del nostro tempo, fino a papa Benedetto XVI. Ogni domenica sarà pubblicata una nuova puntata di questa lunga e affascinante serie.

                   
Vedi il video di presentazione del progetto:

mercoledì 14 settembre 2011

Chi è Benedetto XVI?

Abbiamo trovato, sulla pagina Facebook dedicata a Papa Benedetto XVI, questo bellissimo articolo. È piuttosto lungo, ma vi consigliamo caldamente di leggerlo integralmente: coglie in profondità la vera essenza e l'autentico carisma del pontificato di Joseph Ratzinger. L'articolo si apre con questo video:



Chi è quest'uomo dai capelli bianchi e gli occhi ridenti, dai modi raffinati e dall'aspetto così fragile? È un papa che non teme in alcun modo il confronto col suo predecessore. Non lo imita in nulla. Sebbene tra i due pontificati esista una strettissima continuità ideale e dottrinale, le maniere dei due Successori di Pietro restano, per questioni di carattere, molto differenti. Giovanni Paolo II non camminava, incedeva solenne. Benedetto XVI si muove con passi svelti ed aggraziati. Giovanni Paolo II dominava la scena. Benedetto XVI cura di spostare l’attenzione a qualcosa che è al di là di se stesso.

domenica 28 agosto 2011

Sant'Agostino: "Tu, o Dio, ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto, finché non riposi in te"

28 agosto: la Chiesa festeggia sant'Agostino, vescovo e dottore della Chiesa. Nella nostra galleria di "cattolici illustri" non possiamo non parlare di lui: peccatore convertito, raccontò la sua travagliata esperienza spirituale e intellettuale nelle splendide Confessioni; trovata la Verità, la difese dagli attacchi dei pagani e degli eretici nella monumentale Città di Dio; filosofo brillante, la sua opera costituisce una delle pietre angolari del pensiero universale.

Cosa può insegnare Agostino all'uomo di oggi, a distanza di quindici secoli dalla sua morte? Agostino visse in un'epoca di crisi: la caduta dell'Impero romano. Il crollo delle antiche certezze si accompagnava alla convinzione che non esiste una Verità, ma solo dubbio: all'epoca si chiamava scetticismo, oggi relativismo. Agostino insegna che per trovare certezza e perfezione occorre guardare a Dio, un Dio che è vicino all'uomo, anzi: dentro l'uomo. Da qui l'invito: "Non uscire da te, ritorna in te stesso: all'interno dell'uomo abita la Verità".

Ai suoi tempi, l'eretico Pelagio (da cui il nome "pelagianesimo" dato alla sua eresia) insegnava che l'uomo può salvarsi da solo, senza l'aiuto di Dio. A questa eresia, che si ripresenta anche ai nostri giorni, Agostino risponde che il peccato originale ha corrotto la natura umana, rendendo l'uomo peccatore: solo la grazia di Cristo Redentore può quindi salvare l'uomo e concedergli la salvezza.

Nella sua epoca un'altro eretico, Donato (da cui il nome "donatismo") si opponeva alla Chiesa, perché i sacerdoti erano indegni della loro missione e peccatori (accuse tornate in voga dopo lo scandalo dei preti pedofili). Agostino rispondeva, e risponderebbe anche oggi, che la Chiesa è stata fondata da Cristo, ma che è composta da uomini, e tutti gli uomini, anche i preti, sono dei peccatori: ma, rimanendo nella Chiesa, non attendiamo la salvezza dagli uomini, ma sempre e solo da Cristo.

Le questioni affrontate da Agostino sono sterminate, e sarebbe impossibile riassumerle tutte in questa pagina, basta dire tutto il pensiero moderno gli è debitore: egli è stato fonte di ispirazione per san Tommaso d'Aquino; Pascal riprese da lui la sua teoria della grazia, e Cartesio il famoso argomento del cogito ergo sum. Alcune brillanti intuizioni di Agostino hanno anticipato di secoli la scienza moderna, da Galilei a Kant; le sue idee sulle leggi e sulla giustizia hanno precorso Rousseau e Locke; gli stessi sistemi di Hegel e Marx non sembrano, a ben vedere, che brutte secolarizzazioni della sua filosofia della Storia.

Oggi, in un'epoca dominata dal dubbio e dall'inquietudine, il pensiero dovrebbe guardare ad Agostino e ripetere con lui: "Tu, o Dio, ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto, finché non riposi in te".




domenica 17 luglio 2011

Niccolò Tommaseo e la lampada della Fede

 "La piccola mia lampa
non come sol risplende,
né come incendio fuma;
non stride e non consuma,
ma con la cima tende
al ciel che me la diè.
 Starà su me, sepolto,
viva; né pioggia o vento,
né in lei le età potranno;
e quei che passeranno
erranti, a lume spento,
lo accenderan da me".
Così, nella seconda metà dell'Ottocento, scriveva Niccolò Tommaseo, proponendo con la piccola lampada il simbolo della Fede, modesta ma salda, che non potrà mai essere spenta.

Tommaseo, fervente patriota di idee repubblicane, illustre filologo, studioso di Dante, poeta e romanziere sottile, autore del fondamentale Dizionario della lingua italiana, fu anche un sincero cattolico, come è possibile vedere anche nella poesia che abbiamo appena letto.

Oggi, nella nostra società senza anima, può stupire una così esplicita testimonianza di Fede, ma in passato non era così. Anche se spesso viene dimenticato - più o meno involontariamente - i cattolici si sono sempre distinti nel campo dell'arte, della cultura, della poesia, della scienza, della filosofia e del valore civile.

Per questo vi vogliamo proporre, ogni domenica per tutta l'estate, una galleria di alcune di queste grandi figure che hanno saputo essere, nei campi e nelle forme più inusuali e inaspettate, delle autentiche Sentinelle del Mattino.




lunedì 13 giugno 2011

L'Apocalisse: messaggio di tragedia o di speranza?

Quando si parla di Apocalisse, subito si pensa alla fine del mondo, a scene di morte e distruzione, a profezie oscure e spaventose che un giorno dovrebbero realizzarsi. Magari pensiamo anche ai Testimoni di Geova, che bussano alle nostre porte prospettando un'imminente fine del mondo.

Ma è veramente questo il senso del libro di San Giovanni? L'Apocalisse, insomma, porta un messaggio di tragedia e morte? Noi crediamo di no.


Il significato complessivo dell'Apocalisse è la ferma speranza nella vittoria sicura di Cristo, Re dei re e Signore della Storia, su tutte le potenze del Male che fino alla fine dei tempi contrastano l'affermazione del suo Regno. L'Apocalisse, insomma, porta un messaggio di speranza per tutti gli afflitti, i poveri, i sofferenti, i perseguitati per la fede in Cristo. Essi non devono sconfortarsi o cedere alla disperazione di fronte al Male che sembra prevalere: essi possiedono infatti la certezza che l'ultima pagina della Storia vedrà la loro vittoria al fianco del Cristo.

L'Apocalisse fu messa per iscritto dall'evangelista Giovanni durante un periodo di prigionia sull'isola di Patmos, al tempo della persecuzione contro i cristiani, i quali si rifiutavano di adorare l'imperatore di Roma come un dio. Essi, davanti al martirio di migliaia di credenti, si sentivano incoraggiati a resistere dalle parole di San Giovanni. E anche oggi, mentre in Asia e Africa tantissimi martiri muoiono per Gesù Cristo, mentre l'Occidente perde i sui valori cristiani, mentre la Chiesa subisce sempre più duri attacchi dall'interno e dall'esterno, davanti a tutto questo non dobbiamo avere paura, perché il Signore è dalla nostra parte. 

In effetti la lettura dell'Apocalisse è resa complicata dall'uso massiccio di visioni e figurazioni simboliche, chiare magari ai lettori di duemila anni fa, ma a noi difficili da intendere. Per questo Sentinelle del Mattino vi vuole riproporre alcuni spezzoni tratti dal film "San Giovanni. L'Apocalisse", trasmesso da Rai Uno nel 2002. 












sabato 4 giugno 2011

Madre Teresa e San Francesco: la ricchezza della povertà

Il Duecento somiglia incredibilmente ai giorni nostri: lo sviluppo economico, la nascita delle banche e delle prime grandi imprese rendevano gli imprenditori dell'epoca sempre più ricchi nelle tasche e sempre più poveri nelle anime. Anche allora risuonava il monito di Cristo: "Beati voi poveri", e allora come oggi restava inascoltato dai più.

Allora come oggi, lo Spirito Santo ha voluto donare alla Chiesa due anime eccelse: a quei tempi San Francesco d'Assisi, ai nostri giorni Madre Teresa. Entrambi, con la loro vita, hanno testimoniato che i beni finiti non possono mai saziare la nostra sete di felicità infinita, sete che solo Cristo può saziare. Entrambi si sono presentati come "segno di contraddizione" nei confronti di una società opulenta e consumistica, che conosce solo il dovere di produrre per consumare, di consumare per produrre. Una società che dimentica i più deboli e svantaggiati.

Vale dunque la pena di ascoltare ancora una volta le parole della Preghiera semplice di San Francesco, che molto opportunamente è stata inserita in chiusura dello sceneggiato Madre Teresa, trasmesso su Rai Uno nel 2003.